Onorevoli Colleghi! - La presente proposta di legge intende agevolare la diffusione e l'attuazione concreta nella società italiana del principio del merito.
      È noto che il sistema-Paese sta attraversando, da molti anni, una crisi che attraversa tutti i livelli sociali e istituzionali; si tratta di una crisi di fiducia e di speranza tra le cui cause si può annoverare la scarsa valorizzazione del merito come criterio di distribuzione delle opportunità e di valutazione delle persone.
      L'impostazione statalista e dirigista che ha imperniato l'ordinamento degli ultimi cinquanta anni ha portato con sé la marginalizzazione del merito, che non è mai assurto a principio guida in grado di regolare i fenomeni sociali, i processi economici e le relazioni di lavoro, in favore di criteri di uguaglianza formale che, di fatto, si sono tradotti in forti disincentivi alla capacità individuale.
      La presente proposta di legge mira a rimuove questi disincentivi, mediante un insieme di provvedimenti che, una volta attuati, dovrebbero liberare le energie presenti nella società e favorire quel processo di valorizzazione del merito che costituisce il momento di partenza per un'effettiva inversione di tendenza della crisi che attraversa il Paese. La struttura del progetto di legge, che in gran parte consiste in princìpi di delega la cui effettiva attuazione spetterà all'Esecutivo, consente, vista anche la complessità delle questioni trattate, eventuali aggiustamenti in corso d'opera.
      L'articolo 1 definisce cosa debba intendersi con la nozione di merito, identificato nel conseguimento di risultati individuali o

 

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collettivi superiori a quelli mediamente conseguiti nei rispettivi ambiti di attività, tenuto conto dei compiti assegnati e delle capacità possedute.
      Tale definizione è ispirata al principio costituzionale di valorizzazione della capacità individuale, e in quanto tale non mira a restringere il principio del merito in una direzione meramente concorrenziale, quanto piuttosto all'affermazione e al riconoscimento delle - diverse - capacità degli individui.
      In tal modo, si dà piena applicazione al principio di eguaglianza sostanziale, valorizzando il merito individuale valutato in relazione alle capacità dei singoli.
      L'articolo 2 delega il Governo all'adozione di decreti legislativi volti alla valorizzazione del merito nell'ambito della scuola, dell'università e della ricerca. La scuola italiana e il sistema universitario vivono una stagione di crisi; la «riforma Moratti» del 2003 (legge n. 53 del 2003), ha avviato un processo di modernizzazione, ma è stata presto frenata da misure contraddittorie e inefficaci.
      Uno dei limiti principali dell'attuale sistema concerne l'assenza di procedure di valutazione dei singoli docenti e degli istituti scolastici e universitari, procedure che consentano ai genitori e agli studenti di scegliere i contesti formativi più efficaci ed efficienti e che facciano crescere gli insegnanti e i professori effettivamente meritevoli.
      Per superare questi limiti, la legge prevede l'adozione di uno o più decreti legislativi finalizzati a rafforzare i poteri organizzativi dei dirigenti scolastici, ad agevolare la piena concorrenza tra le autonomie scolastiche, mediante meccanismi di ripartizione delle risorse pubbliche in proporzione ai risultati formativi rilevati da un organismo terzo, il riconoscimento alle famiglie alle famiglie di voucher formativi da spendere nelle scuole pubbliche o private, la detraibilità delle eventuali donazioni alle autonomie scolastiche.
      Correlativamente, si prevedono misure finalizzate a valorizzare il merito degli studenti e dei docenti, mediante l'eliminazione di ogni automatismo nelle progressioni retributive e di carriera degli insegnanti e la progressiva liberalizzazione della professione, nonché l'adozione di un sistema di reclutamento dei docenti universitari improntato alla valutazione dei risultati.
      L'articolo 3 delega il Governo all'adozione di decreti legislativi volti alla valorizzazione del merito nella pubblica amministrazione. La pubblica amministrazione italiana eroga servizi inadeguati rispetto ai fabbisogni degli utenti e agli standard internazionali; uno dei fattori che concorre alla sua arretratezza è la cattiva gestione del pubblico impiego, improntata ancora, nonostante il processo di privatizzazione avviato più di quindici anni orsono, a logiche e meccanismi di avanzamento burocratico delle carriere, che penalizza l'iniziativa e il merito individuale.
      Per superare questo modello di gestione del personale, il progetto di legge prevede l'adozione di misure finalizzate ad abolire tutti gli automatismi nelle progressioni di carriera e a introdurre meccanismi effettivamente selettivi, nonché la progressiva estensione, per i dirigenti con ruoli apicali, dell'istituto della chiamata nominale su base fiduciaria, anche nel rispetto della ripartizione delle competenze avviata dai cosiddetti «decreti Bassanini», e il rafforzamento di effettive condizioni di gestione manageriale nelle pubbliche amministrazioni.
      Tali misure sono completate dall'introduzione di sistemi di valutazione dei risultati e delle prestazioni dei dirigenti e del personale dipendente e da meccanismi incentivanti di carattere premiale e disciplinare.
      L'articolo 4 delega il Governo all'adozione di decreti legislativi volti alla valorizzazione del merito nel mercato del lavoro italiano, tutt'oggi ancorato a schemi, normativi e contrattuali ormai inadeguati alla struttura economica e produttiva del Paese.
      La contrattazione collettiva, imperniata sul contratto collettivo nazionale, penalizza le imprese e i lavoratori maggiormente produttivi; il sistema di tutele e garanzie dei lavoratori viene, in alcuni
 

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casi, strumentalizzato da soggetti che non svolgono correttamente i propri compiti lavorativi.
      Per superare questi vincoli, la proposta di legge prevede misure di valorizzazione del merito individuale e della produttività aziendale: detassazione e decontribuzione dei premi di produttività aziendali e dei compensi per le invenzioni e le opere dell'ingegno, penalizzazione dello scarso rendimento, superamento degli aumenti retributivi e di carriera legati all'anzianità di servizio e alla sola presenza sul lavoro.
      Un altro aspetto che penalizza il merito individuale è la prevalenza delle reti informali come canale di accesso al mercato del lavoro; a tal fine, la proposta di legge prevede misure volte a incentivare l'adozione di sistemi di selezione trasparenti e aperti.
      L'articolo 5 istituisce presso l'Autorità garante della concorrenza e del mercato una nuova Direzione, denominata «Direzione di valutazione e monitoraggio del merito», avente il compito di monitorare l'attuazione dei princìpi e delle norme contenute nella legge e di valutare i risultati prodotti da tali princìpi.
      La Direzione ha un ruolo essenziale nella verifica dei risultati prodotti; al fine di evitare duplicazioni, si attribuisce ad essa anche il compito di coordinare le strutture di monitoraggio e controllo già esistenti e di individuare gli organismi terzi di valutazione previsti dalla legge.
      L'articolo 6 fissa la procedura di adozione dei decreti, prevedendo il parere delle Commissioni parlamentari competenti, vista la delicatezza e la pregnanza dei problemi affrontati.
      L'articolo 7, infine, prevede l'esclusione di ulteriori oneri a carico della collettività nell'attuazione delle deleghe e, altresì, nell'istituzione della «Direzione di valutazione e monitoraggio del merito».
 

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